Valeria Straneo verso la maratona olimpica
I colori della bandiera italiana li tiene intrecciati già al polso. Sono quelli del braccialetto regalatole da una cara amica, Cinzia, per la maratona di Berlino, con su incise le iniziali di marito e figli, diventato da allora suo fedele portafortuna.
Prendendo spunto da questo piccolo vezzo scaramantico, ne abbiamo approfittato per scoprire qualcosa in più della vita oltre lo sport di Valeria Straneo, primatista italiana di maratona con il tempo di 2h 23’ 44” conquistato a Rotterdam lo scorso 15 aprile. Con quel record l’atleta alessandrina si è conquistata il pass olimpico per Londra e, dopo un periodo di intenso allenamento sulle alture di Saint-Moritz (con una media di 200 km di corsa settimanali) è ormai pronta a dare battaglia alle sue avversarie nella 42 km a cinque cerchi del prossimo 5 agosto.
Un’autentica rinascita sportiva quella di Valeria Straneo, affetta da sferocitosi, una malattia genetica che provoca la distruzione dei globuli rossi e un forte ingrossamento della milza. La stessa che l’aveva obbligata a ritirarsi dalle competizioni atletiche e da qualsiasi sogno di gloria. Questo fino al 14 maggio 2010, quando Valeria si sottopone a un intervento di asportazione della milza, arrivata a pesare 1 kg e 800: “Ho ripreso a correre dopo una decina di giorni dall’operazione – ci racconta la top-runner – quando non mi facevano più male i punti. Dopo sei settimane ero alla partenza della mezza maratona di Biella, chiusa in 1h e 21’ con tanta fatica visto che ero stata completamente ferma per cinque mesi”.
Quali sono le tue passioni oltre la corsa?
Tutto ciò che ha a che fare con il movimento: mi piace viaggiare, camminare nella natura, fare altri sport anche in palestra, tipo il pilates. Mi piace molto anche sciare, soprattutto lo sci di fondo.
Visto che sei laureata in lingue e letterature straniere, da dove nasce la tua passione per le lingue? La conoscenza linguistica ti ha aiutato nel rapportarsi con gli atleti stranieri? Ritieni che avresti potuto dedicarti ugualmente agli studi se avessi raggiunto prima risultati sportivi di alto livello prima? Possiamo sfatare il pregiudizio per cui dedicarsi all’uno toglie tempo all’altro?
Ho sempre avuto la passione per le lingue, trovo sia utilissimo conoscere almeno l’inglese che è la lingua più parlata al mondo e quindi permette di destreggiarsi bene all’Estero. La conoscenza delle lingue mi ha permesso sicuramente di avere più occasioni per conoscere meglio le persone e le loro abitudini.
Non saprei dire se avessi potuto fare atletica ad alto livello e contemporaneamente laurearmi. Sicuramente è possibile, Meucci ne è l’esempio. Qui in Italia, purtroppo, a differenza degli altri Paesi, non siamo molto organizzati per poter fare sport ad alto livello nell’ambito scolastico. Ho studiato sia in America che in Francia e ho trovato un abisso con la situazione italiana. Lì puoi contare su strutture pazzesche e a costo zero per gli studenti: lo sport, qualsiasi sport, viene incentivato. Non mi sembra che in Italia si faccia molto in questo senso…
I tuoi figli come stanno vivendo la tua partecipazioni alle Olimpiadi? Saranno con te a Londra? In generale, praticano già qualche sport? Un domani, ti piacerebbe se praticassero atletica?
I miei figli non si rendono conto di cosa sia l’Olimpiade, per loro è una gara come un’altra! Saranno con me a Londra, si sono comprati due megafoni x fare il tifo! Per ora non praticano sport, quest’inverno li ho iscritti in palestra e seguivano un corso di ginnastica, inoltre mio marito li segue in piscina, gli sta insegnando a nuotare e ad andare sott’acqua visto che lui è istruttore di apnea. Io li porto ai giardini e cerco di farli muovere il più possibile, anche il gioco all’aperto è un validissimo sport!
Mi piacerebbe molto se praticassero atletica, è la base di tutti gli sport!
Cosa significa passare da una situazione di assoluta libertà nella corsa (e nella vita) a una in cui sei costantemente seguita da uno staff di medici, allenatrice, nutrizionista, ecc…?
Beh, adesso sono veramente seguita tantissimo, non ci ero proprio abituata visto che ho sempre fatto tutto da sola, come la stragrande maggioranza dei runners. È davvero un privilegio potersi allenare così, anche se bisogna rendere conto a più persone e mi sento di avere più responsabilità. Ho imparato tanto dai raduni e ringrazio la FIDAL che mi ha permesso di poterli fare. D’altronde, se si vogliono fare le cose seriamente, questa è la strada.
Qual è l’avversaria che temi di più nella maratona olimpica?
Tutte quelle che hanno un personale sotto le 2h e 20’.